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Paolo Ursaia

Romano, classe 62, medico anestesista rianimatore.
Rimasto orfano di padre molto presto, e molto presto costretto a guardare la realtà con occhi disincantati, attraversa la vita come un osservatore spesso muto e distaccato, non condividendo molti dei miti attualmente in auge.
Impegnato nel sociale ... (continua)


La sua poesia preferita:
Distacchi
Me ne andrò
come sono venuto,
nel silenzio
e nella Tua Luce;

una camicia di tela
sulle spalle
questa strana vita
spazzata via dal vento,

una...  leggi...

Nell'albo d'oro:
La gabbia
Schizzo di bellezza
la tua piccola vita
che viene e va su questa terra,
e non comprendo il gioco.

Non parlatemi di paura
se avessi uno spiraglio
mangerei questa emozione,
pura come uno schiaffo;

è che non comprendo il gioco
d’apparire...  leggi...

Tu mi chiedi cosa è un bacio
Raccontar cosa è un bacio
dolce romantica amica
è sfida alta per me,
povero imbrattator di parole.

Non ti parlerò d'apostrofi rosa
né di fredda filematologia;
forse è un fiore delicato
che nasce nel giardino...  leggi...

Domani
C'è sempre un domani
che sorge dall'anima
prima che dal sole,
una nuova partenza;

è più veloce il cuore dell'orologio
e fatica d'uomo
è declinar la propria vita,
poiché di carne è la...  leggi...

La mia donna
La mia donna
dagli occhi di savana
è giovane come una farfalla
saggia come la vita;

è sogno nel vento
che profuma di mare
e non si perde,
ma diviene progetto,

è segreto
d'un cuore vergine
dai capelli sciolti
sulle...  leggi...

Vuoto di madre
E' vuoto di te
quel sorriso
che ruba l'ultima illusione
dietro una porta grigia;

in silenzio,
trasparente e misteriosa
muta
in pensieri inaccessibili.

Eri mia madre;
resta un simulacro
profumato di te,
profumato di dolore....  leggi...

Una birra per Claire
I tuoi lineamenti
nel buio segreto
sfidano il tempo
su quel letto delirante

di salute e malattia;
eppure sei bella,
ed il viale delle promesse
spalanca al tuo cuore

i freschi aprili
dei desideri,
e giunge la stagione dorata
malgrado paure...  leggi...

Henné ed argan
Tende bianche
strappate nel vento
sabbia d'oro
che ferisce lo sguardo

e s'accende di rosso
nella sera che scende
e tamburi
che corteggiano la notte;

richiami d'henné,
donne berbere
eleganti e regali

di sguardi e di...  leggi...

Hypocrite lecteur, mon frère!
Non scriverò
d'amore per voi
c'ardete d'odio futile
di rivalità di carta;

non scriverò
d'erotici spasimi
relegati nelle cantine
d'inconfessabili desideri

Attendo l'orgia oscillante
tra rarefatti pensieri
e...  leggi...

Tracce di noi
Meravigliarsi lieti
d'un incontro
che è rinovellar
d'anni antichi;

scoprir tracce di te
nel sobbalzo muto
del mio cuore
c'osserva attento

gli occhi tuoi
sorridenti e chiari,
e trovarvi sorpreso
tracce di me......  leggi...

Madre
Stille di memoria
rigano d'azzurro
il monotono grigio
del presente.

Dimmi tu
non importa cosa;
frammenti di cielo
romperanno

il remoto silenzio
del tuo volto,
chiuso nel dolore
dell'assenza.

Pioggerella di primavera,
le tue parole...  leggi...

Nozze pagane
Rotea il turibolo,
e d'odoroso manto,
fusion d'immaterial col materiale,
l'animo d'una coppia
avvolge.

Magico...  leggi...

Narciso
Cosa di te,
se non insano
venerar te stesso,
nella disperata agonia
che Nemesi ti destinò;
e lai,
che lo spregiato
cuor d'Eco

trafitto ripete
nella cieca selva.
Invano ti cercheran
le Naiadi,
poi che di Stige
solcherai
le...  leggi...

Scandalosi
Scende su noi la notte,
in riva al mare,
come null'altro fosse.
Sguardi curiosi
cercan carezze
nelle ombre;

sorridono
occhi antichi
ai nostri baci,
d'amanti,
eppur nuziali.

Non comprende
il mondo;
non sa c'amor
mai...  leggi...

Il Cireneo
Col sordo sorriso
d'un domani precluso,
cedi l'aspro fardello;
ultimo istante
senza dolor,
a cercar sguardi,
carezze d'amor
disperato;
e sempre
hai il volto
del Cristo.
Atroce sconfitta,
ogni volta,
ridarti la Croce,
e, disarmato,...  leggi...

Cantar d'amore
Cullo il tuo sonno;
nella carezza muta
s'annulla l'angoscia,
rinasce il sorriso.
T'amo:
e null'altro importa....  leggi...

Indifferenza
Solo, nel tramonto
di fuoco e di sangue,
senza scelta gettato
nella vita inquietante e distorta,
scavo in me stesso
la visione del nulla.
Muta, sconsolata,
prorompe onda d'angoscia,
e gela nel tempo
l'allucinato...  leggi...

Via de' Cessati Spiriti
Cime d'alberi
arrossate dall'estremo sole
salutano il passo mio lento,
animate dal vento.
Una rosa bianca nella mano
a dettar il battito del cuore,
ch'è solitario, invisibile
al viandante distratto
da quando scendendo nell'ombra,...  leggi...

Figlio mio mai nato
Parlo con te, la sera,
nel mondo di confine,
tra sonno e veglia.
Ti vedo, negli occhi
chiari di un bambino che corre,
mentre i suoi passettini leggeri
rimbombano pesanti
nel vuoto della mia anima.
Ti tocco, in ogni miracolo
che aiuto a...  leggi...

Assenza
Non eri solo in quel letto,
la solitudine ed il dolore
ti tenevano compagnia,
il disinfettante il ritmico danzare
delle fredde apparecchiature,
e la mia assenza.

Ero troppo giovane
di anni e d'esperienza
per salutare un padre;
ma gli...  leggi...

Paolo Ursaia

Paolo Ursaia
 Le sue poesie

La sua poesia preferita:
 
Distacchi (30/08/2009)

La prima poesia pubblicata:
 
Ritorni (04/06/2007)

L'ultima poesia pubblicata:
 
Il senso d’Ippocrate (18/03/2020)

Paolo Ursaia vi propone:
 Assenza (07/06/2007)
 La mia donna (17/06/2010)
 Tu mi chiedi cosa è un bacio (19/03/2010)

La poesia più letta:
 
Assenza (07/06/2007, 25463 letture)

Paolo Ursaia ha 19 poesie nell'Albo d'oro.

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Accanimenti

Ribellione
Collega inamidata
non è pietà
la cieca ostinazione
che ottusa dimostri,

nè millantato
amar di purissimo amore
quell'uomo solo
che è il tuo paziente;

è medicina legale
abuso spietato
che tortura un disperato
e la trepida famiglia.

Lascia dignità alla morte
di chi è già finito,
sostieni chi con lui soffre
piuttosto che lavarti le mani

dal suo sangue
con tecnica perfezione;
la vita finisce,
ma non la tua missione

Club Scrivere Paolo Ursaia 10/12/2009 00:09| 17| 3016

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
Se vuoi pubblicare questa poesia in un sito, in un blog, in un libro o la vuoi comunque utilizzare per qualunque motivo, compila la richiesta di autorizzazione all'uso.

Nota dell'autore:
«Accanimento terapeutico... sempre più frequente. Per paura di incorrere in denunce spesso assurde. Si torturano pazienti senza speranza, spesso sotto la spinta ed il sostegno dei parenti, che, per egoismo od ignoranza, non accettano che la vita finisce, e spesso non c'è niente da fare. Bisogna parlare con i pazienti ed i loro parenti, con onestà e senza paura. Accanimento terapeutico è malasanità.»


 

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Commenti sulla poesia Commenti di altri autori:

«Stasera sfondi una porta aperta... che dire?
Spesso stanno anche zitti e si sostituiscono al Padreterno. Non so cosa sia peggio... meditata, decisa, sofferta... datata 29 agosto.»
Antonella Bonaffini (10/12/2009) Modifica questo commento

«In tutto e del tutto condivisa. Purtroppo fatti recenti hanno messo ancor più in evidenza la carenza legislativa in materia e la non volontà di trovare una soluzione, in nome di una "salvaguardia della vita"... ma questa è vita? Nessuno ha il diritto di obbligare qualcuno a curarsi se non lo vuole. Allora perché far soffrire in questo modo persone che non hanno speranza alcuna? Bellissimi versi, molto ben scritta. Di nuovo grazie Paolo per quello che fai»
Rossella Gallucci (10/12/2009) Modifica questo commento

«accanimento terapeutico non è allungare la vita, ma l'agonia... condivisa!»
Club ScrivereDarioC 85 (10/12/2009) Modifica questo commento

«Con sensibilità e immagini di rara efficacia il poeta ci introduce ad un argomento delicatissimo, quello della cura legittima o non legittima a una persona che soffre indicibilmente ed è ormai vicina alla morte. Non credo sia possibile in assoluto né condividere né non condividere il messaggio qui espresso perché riguarda la sfera intima dell'individuo malato e di chi lo ama e non si può generalizzare. Resta una poesia che lascia il segno.»
Clodiaf0904 (10/12/2009) Modifica questo commento

«Nelle mie peregrinazioni ospedaliere ho assistito a molte di queste scene: medici che si sostituiscono alla mano di Dio, ostinandosi a tenere in vita dei cadaveri. Forse ci vorrebbe più informazione per i parenti dei pazienti che possa far capire che il loro caro è ormai soltanto un corpo che respira artificialmente. E' un problema immenso molto ben evidenziato da questi versi che apprezzo e condivido.»
Anna Maria Obadon (10/12/2009) Modifica questo commento

«Solo dal titolo si capisce perfettamenmte a cosa andiamo incontro nel leggere. Un nodo veramente difficile da sciogliere – il pensiero umano è talmente vario che ognuno vuol sempre dire la sua in merito senza pensare al desiderio di chi avrebbe ragione d'intervenire - ci nascondiamo solo dietro ad una morale per sentirci tranquilli con la coscienza. Dobbiamo convincerci che la vita non è eterna e quando giunge il momento non si può che aprirle la porta. Parole che escono con fatica ... anche se non dovremo mai arrenderci - una bilancia che pende da ambo le parti.»
Club ScrivereBerta Biagini (10/12/2009) Modifica questo commento

«Trascuro la forma e la fluidità e l'eleganza dei tuoi versi... per dar spazio al tuo dire e al tuo sentire... condivido i tuoi pensieri con tristezza, ed estremo dolore... ma la tua nota è di grande riflessione o forse no ...arrogandomi la presunzione il volerti conoscere... direi che è un pensiero che ti viene spontaneo conoscendo l'essenza della vita. Splendida»
Veleno (10/12/2009) Modifica questo commento

«Eg. Dr. Ursaia, che mastodontica questione affronta lei oggi! Ammiro il suo coraggio ed il coraggio delle sue idee. Non sono all'altezza di esprimermi sulla questione, pur avendone un'idea, e quindi me ne astengo sottolineando ancora una volta la Sua indiscutibilmente cristallina e trasparente personalità.»
Club ScrivereMau0358 (10/12/2009) Modifica questo commento

«intensa e significativa poesia... a volte di fronte al dramma della morte bisogna rassegnarsi senza sperare in false illusioni che non ridaranno piu' piu' vita... molto apprezzata»
Domenica Caponiti (10/12/2009) Modifica questo commento

«tema che arriva come una spina nell'anima, molto sentito,
poesia letta di commozione apprezzatisima condivisa»
Giovanna De Santis (10/12/2009) Modifica questo commento

«Non saprei esprimermi a giudizio sulla questione delicatissima; non so se è ignoranza, come tu dici, o eccessiva sensibilità, l'accanimento terapeutico;
la cosa certa è che la poesia è bellissima.»
Libera Mastropaolo (10/12/2009) Modifica questo commento

«Poesia che apprezzo moltissimo e condivido in ogni suo pensiero
L'accanimento terapeutico non l'ho mai accettato e mai lo accetterò, ho già detto ai miei figli di lasciarmi andare senza prolungare le loro sofferenze e le eventuali mie. Voglio morire conservando la mia dignità, e se posso la mia lucidità anziché essere imbottita di morfina e a stento avvertire la mano di un figlio che possa stringere la mia
Molte volte i medici, come giustamente dici tu nella nota, si accaniscono solo perché altrimenti vittime di denunce, o per caparbietà da parte dei parenti di avere ancora "vibo" il loro caro, già morto!
Bella, proprio molto bella questa tua
Piaciuta tantissimo»
Rosy Marchettini (10/12/2009) Modifica questo commento

«Molto condivisi questi versi. Non solo accannimento terapeutico per i motivi addotti ma anche inutili sperimentazioni invasive ho dovuto contrastare a primari privi di scrupoli e di deontologia professionale.»
Club ScrivereCarlo Fracassi (10/12/2009) Modifica questo commento

«E' inutile aggiungere altro dolore ...altra sofferenza ai pazienti
tante volte sono proprio loro a voler andare tra le braccia del Signore
profonda da leggere attentamente e meditare
bella poesia»
Danielinagranata (10/12/2009) Modifica questo commento

«Purtroppo non si sa mai cos'è giusto dire e cosa giusto fare in certi frangenti, quando la vita sta per finire. Questi versi fanno riflettere molto. Io non prendo alcuna posizione, perché penso che ogni caso sia diverso dall'altro, e bisognerebbe trovarsi nella situazione per potere prendere una decisione. certo è che l'accanimento terapeutico dovrebbe essere regolamentato meglio.- Applausi alla poesia.»
Salvatore Ferranti (10/12/2009) Modifica questo commento

«mettendo da parte l'indiscussa stesura dei versi sempre belli, eleganti e raffinati, da essi scaturisce una grande riflessione su di un tema a sfondo sociale che riveste una certa importanza... l'etica ... e sotto questa parola chissà quante lordure si perpetrano a danno di pazienti che ormai non hanno più speranze di vita ma solo di dolore e sofferenza... come sempre il poeta eccelle...»
Club ScrivereRasimaco (10/12/2009) Modifica questo commento

«L'atteggiamento in relazione alla morte ed all'eutanasia non è sempre razionale, ma emotivo, soprattutto da parte dei parenti che non accettano la fine. Penso che la dignità della persona debba essere il centro delle nostre azioni e vada rispettata anche a costo di un sacrificio personale. Versi dal lessico incisivo, apprezzati e condivisi.»
Loreta Salvatore (11/12/2009) Modifica questo commento

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